Contratti di Locazione

Guide sul Contratto di Locazione e Modelli da Scaricare Gratis

Detrazioni Affitto – Cosa Bisogna Sapere

Aggiornato il 17 Ottobre 2024 da Roberto Rossi

Le spese sostenute per il pagamento dei canoni di locazione, relativamente all’affitto di un immobile con uso abitativo, possono essere detratte in sede di dichiarazione dei redditi con il modello 730 o il modello Unico, a seconda del tipo di contratto, della finalità della locazione e del reddito lordo imponibile del contribuente.

Detrazione per i Contratti a Libero Mercato

La prima tipologia di detrazione è destinata agli inquilini con contratti a libero mercato, soprattutto per chi ha un reddito basso. Per i contribuenti titolari di contratti stipulati o rinnovati secondo la legge 431 del 9 dicembre 1998, la detrazione è:
-300 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro;
-150 euro se il reddito complessivo è tra 15.493,71 e 30.987,41 euro.
Se il reddito supera i 30.987,41 euro, non si ha diritto alla detrazione. È possibile beneficiare di questa detrazione anche se il contratto è stato stipulato prima dell’entrata in vigore della Legge 431/1998, purché si consideri automaticamente rinnovato ai sensi della stessa legge. Inoltre, il riferimento esplicito alla legge nel contratto non è un requisito indispensabile.

Detrazione per i Contratti a Canone Concordato

Le detrazioni di cui sopra si riferiscono ai contratti di locazione del tipo ordinario, mentre diversa è la situazione relativa ai canoni di affitto concordato. Si tratta di quei contratti, il cui canone non è liberamente fissato dalle parti, ma trova un limite massimo negli accordi territoriali pattuiti tra le associazioni di rappresentanza dei proprietari di immobili e quelle degli inquilini. In sostanza, tali accordi, che la legge richiede che sussistano almeno per i capoluoghi di provincia caratterizzati da alta intensità abitativa, fissano un tetto massimo al canone mensile per metro quadrato, sulla base della zona in cui si trova l’immobile, in modo che le limitazioni siano abbastanza attinenti alla situazione specifica.
L’intento è di calmierare i prezzi, tenendoli al di sotto di quelli di mercato, consentendo al contempo agli inquilini di trovare un immobile disponibile. In genere, si calcola, che nelle città dove sono maggiormente attivi questi contratti, il canone mensile è fissato intorno al 25% in media più basso di quello di mercato per abitazioni omologhe, una percentuale consistente, ma non eccessiva, proprio perché altrimenti questi contratti non troverebbero applicazione pratica, ma resterebbero lettera morta.

La legge incentiva il ricorso a questo tipo di accordi tra proprietario e inquilino, anche attraverso una politica di sgravi fiscali.
Per i contratti di locazione a canone concordato, definiti localmente fra le organizzazioni della proprietà edilizia e delle organizzazioni dei conduttori più rappresentative, la detrazione d’imposta è
-495,80 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro;
-247,90 euro se il reddito complessivo è tra 15.493,71 e 30.987,41 euro.
Questa detrazione è prevista per i contratti con canone agevolato, rendendo l’affitto più accessibile per chi rientra nelle soglie di reddito indicate.

Detrazione per il Trasferimento di Residenza per Motivi di Lavoro

La normativa fiscale prevede una detrazione specifica per chi trasferisce la propria residenza nel comune di lavoro o in uno dei comuni limitrofi, nei tre anni precedenti la richiesta della detrazione. Gli importi previsti sono
-991,60 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
-495,80 euro se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,72 e i 30.987,41 euro.

Questa agevolazione è concessa a condizione che
-Il lavoratore trasferisca la residenza nel comune di lavoro o in un comune limitrofo.
-Il nuovo comune si trovi ad almeno 100 km di distanza dal precedente e in una regione diversa.
-La residenza sia stata trasferita non oltre tre anni prima della richiesta della detrazione.
La detrazione è usufruibile per i primi tre anni dal trasferimento della residenza. Ad esempio, se il trasferimento avviene nel 2021, la detrazione si applicherà per i periodi d’imposta 2021, 2022 e 2023.

Detrazione per l’Affitto di Studenti Fuori Sede

Gli studenti universitari fuori sede possono richiedere una detrazione pari al 19% del canone d’affitto, applicabile su un importo massimo di 2.633 euro. Per usufruire della detrazione, devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:
-L’immobile in affitto deve trovarsi nel comune in cui ha sede l’università o in un comune limitrofo, distante almeno 100 km dalla residenza dello studente.
-La detrazione si applica ai contratti di locazione stipulati secondo la legge 431 del 9 dicembre 1998, ai contratti di ospitalità, agli atti di assegnazione in godimento o locazione stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari riconosciuti, enti senza fini di lucro e cooperative.

Per i contratti di sublocazione, la detrazione non è ammessa. Dal 2012, l’agevolazione è estesa agli studenti che frequentano corsi di laurea in università di paesi dell’Unione Europea.

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Verbale Riconsegna Immobile Fine Locazione – Fac Simile Word e PDF

Aggiornato il 17 Ottobre 2024 da Roberto Rossi

In questa guida spieghiamo come scrivere un verbale riconsegna immobile fine locazione e mettiamo a disposizione un fac simile verbale riconsegna immobile fine locazione Word e PDF editabile da scaricare.

Verbale di Consegna Immobile

Quando si firma il contratto di locazione di un immobile, il proprietario e l’inquilino concordano diverse clausole, dall’ammontare del canone mensile alla durata del contratto, passando per la cifra richiesta per il deposito cauzionale iniziale. Questa non può superare le tre mensilità del canone pattuito e viene restituita al termine del contratto, nel caso in cui all’immobile non vengano riscontrati danni causati dall’inquilino.

All’atto della firma del contratto, però, si fa spesso poca attenzione al verbale di consegna dell’immobile, che contrariamente a quanto si pensa, risulta di notevole importanza per evitare possibili futuri disguidi tra le parti. Risulta essere un documento nel quale si descrive lo stato dell’immobile. Non si deve credere che esso sia dovuto solo in caso di consegna di immobile arredato, perché vale anche quando l’immobile consegnato è disadorno, spoglio. Infatti, in esso bisogna indicare, per esempio, le condizioni in cui versano i pavimenti, le pareti, gli infissi o, se sono stati forniti elettrodomestici, bisogna attendere l’allaccio dell’energia elettrica per valutarne il funzionamento.

Questo perché quando l’immobile sarà riconsegnato dall’inquilino al proprietario, questo redigerà un nuovo verbale e a quel punto potrebbero insorgere discordanze con il verbale precedente. Per esempio, il proprietario potrebbe eccepire il peggiorato stato di un mobile o delle pareti, a parte l’ordinaria usura del tempo.

Ecco, quindi, che, invece che compilare il verbale in maniera svogliata, quasi si trattasse di una stancante formalità burocratica, bisognerebbe prestarvi maggiore attenzione, perché ne vale del nostro interesse. Il proprietario, nei casi più gravi, non solo trattiene dal deposito la somma stimata per i danni subiti, ma potrebbe chiedere l’ulteriore integrazione della stessa, nel caso i danni fossero stimati di valore ancora superiore.

Per questo, bisogna essere molto precisi e accurati nel redigere un verbale di consegna dell’immobile. Per prima cosa, dobbiamo guardare a ogni particolare, anche quello apparentemente meno rilevante. Se trovate il divano con una macchia, persino in un punto nascosto, dovete scriverlo, perché altrimenti la stessa potrebbe esservi addebitata quale frutto di una vostra incuria. Se le pareti sembrano in buone condizioni, ma la pittura segnala qualche difetto, segnatelo. Se le mattonelle non sono perfettamente lineari in un certo angolo di uno dei vani, prendete nota.

Chiaramente, cercate sempre di riportare anche una descrizione generale dell’immobile, numero dei vani, se viene consegnato arredato o spoglio, se fornito di energia elettrica, di acqua corrente.

Al fine di tirare acqua verso il vostro mulino, cercate anche di farvi furbi con le parole, ovvero non utilizzate mai termini, che esaltino le condizioni in cui versa l’immobile. Se le pareti sono a posto, evitate di descriverle in ottimo stato e limitatevi a buone. Non si tratta di fregare il proprietario, ma di non soccombere potenzialmente alle sue possibili richieste future. Anche perché con il trascorrere degli anni, in genere, 4 o 8, alla riconsegna dell’immobile è quasi automatico che questi si presenti in condizioni meno ottimali di quando vi era stato consegnato, ma il proprietario potrebbe avere la tendenza ad addebitarvi tale peggioramento, quando esso è stato causato dal semplice trascorrere del tempo.

Chiaramente, il verbale alla consegna e quello alla riconsegna dell’immobile saranno redatti sempre in presenza di entrambe le parti, per cui i suggerimenti cui sopra non è detto che possano applicarsi alla lettera, ma la cosa importante è che non firmiate mai se ritenete che siano state esagerate in positivo le condizioni dell’immobile o di parte di esso. Dovete negoziare anche termine dopo termine, se ciò risulta necessario, specie con certi proprietari apparentemente furbi.

Potreste suddividerlo in capitoli, in uno inserite la descrizione generale dell’immobile, numero vani, pareti, pavimento, infissi, rubinetteria, etc, in un altro lo stato degli eventuali immobili consegnati, oltre che il loro elenco minuzioso, in un altro ancora la sussistenza delle utenze domestiche e possibilmente in uno separato scrivete dettagliatamente quali siano gli elettrodomestici trovati alla consegna.

Verbale Riconsegna Immobile Fine Locazione

La fase di riconsegna dell’immobile rappresenta un momento importante per entrambe le parti del contratto di locazione, poiché
-Consente al proprietario di verificare che l’inquilino abbia mantenuto l’immobile in buono stato e senza arrecare danni.
-Permette all’inquilino di dimostrare di aver rispettato gli accordi, così da ottenere la restituzione del deposito cauzionale.

In questo caso, sarà il proprietario ad avere tutto l’interesse a descrivere in maniera più negativa possibile le condizioni dell’immobile, specie se questo non dovesse essere più locato, magari perché entrerà in possesso suo o di un familiare. A questo punto, dovrete seguire il ragionamento inverso, ovvero dovete cercare di difendere la realtà, annotando ogni aspetto per le condizioni effettive, senza che ne vengano ingigantiti gli aspetti negativi. Se il divano in pelle sembra sgualcito, fate notare come dopo un certo numero di anni non è possibile trovarlo nel medesimo stato iniziale, perché anche sedendovi sopra qualche volta a settimana, l’usura diventa ovvia.
Se si tratta di verbale di rilascio di un immobile arredato, come accennato, il documento deve specificare anche lo stato di manutenzione di mobili, suppellettili ed elettrodomestici di cui l’appartamento era dotato all’inizio del contratto. In questi casi è utile stilare una lista del contenuto da allegare al contratto e documentare lo stato di manutenzione degli immobili tramite fotografie.

In caso di recesso anticipato, basta utilizzare il modello di verbale di riconsegna dell’immobile solito. Non è infatti necessario precisare che il contratto di locazione è stato rescisso in maniera anticipata.
Nel momento in cui l’inquilino presenta il verbale di riconsegna dell’immobile, il proprietario dell’immobile è tenuto a restituirgli il deposito cauzionale, se l’appartamento è in uno stato analogo a quello in cui era all’inizio del contratto.

Fac Simile Verbale Riconsegna Immobile Fine Locazione Word

Il verbale di riconsegna dell’immobile è una scrittura privata tra proprietario ed inquilino. La legge non stabilisce una forma esatta da seguire, quindi è possibile stilare il verbale di riconsegna dell’immobile come si preferisce.

Il fac simile verbale di riconsegna dell’immobile Word presente in questa pagina può essere utilizzato come modello. Il documento deve contenere, oltre ai dati del conduttore, del locatore, e dell’immobile, le seguenti informazioni
-Dati del conduttore, del locatore e dell’immobile
-Condizione della tinteggiatura dell’appartamento al momento della restituzione
-Stato di ogni locale (es. cucina, bagno, soggiorno, camere)
-Condizioni delle pertinenze (box auto, giardino, cantina, terrazzo)
-Condizioni dei pavimenti e delle pareti
-Stato degli infissi
-Dettagli sugli impianti di riscaldamento, condizionamento, elettrico, gas e idrosanitario
-Letture dei contatori (acqua, gas, elettricità)
-Condizioni degli impianti telefonici e Internet
-Stato del citofono e dell’antenna televisiva

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Verbale Riconsegna Immobile Fine Locazione
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Modello Verbale Riconsegna Immobile Fine Locazione PDF Editabile

Il modello verbale riconsegna immobile fine locazione PDF editabile può essere scaricato e compilato inserendo le informazioni indicate in precedenza.

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Riconsegna Immobile Fine Locazione PDF
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Affitto con Riscatto – Come Funziona

Aggiornato il 16 Ottobre 2024 da Roberto Rossi

In questa guida spieghiamo come funziona l’affitto con riscatto.

Sono molti gli italiani vorrebbero comprare casa, ma non hanno la possibilità di anticipare alla banca la quota di liquidità richiesta per l’accensione di un mutuo. In tutti questi casi, fino a oggi non era possibile comprare un immobile, a meno di non essere già in possesso della somma necessaria per concludere l’affare. Negli ultimi tempi, però, anche in Italia sta prendendo piede la formula dell’affitto con riscatto, traduzione non letterale dell’inglese rent to buy, che alcune catene immobiliari stanno da mesi offrendo come soluzione, per consentire ai clienti di acquistare casa, anche se non dispongono nell’immediato della cifra.

Come Funziona l’Affitto con Riscatto

L’affitto con riscatto è una formula che consiste nel concordare con il venditore di un immobile, solitamente un costruttore, un contratto di locazione il cui canone mensile risulta maggiorato rispetto a quello usualmente versato dall’inquilino per un immobile dalle medesime caratteristiche. In genere, si tratta di un importo di circa il 30% superiore. Si stabilisce poi che dopo un certo numero di anni le parti possano prevedere la compravendita dell’immobile a un determinato prezzo. In quel caso, il venditore scomputerà dal prezzo di acquisto il valore, parziale o totale, delle rate mensili già pagate dall’inquilino in qualità di canone.

Pertanto il primo si sarà assicurato con un certo anticipo la vendita dell’immobile o, in ogni caso, lo avrà verosimilmente affittato a un canone superiore a quello di mercato, mentre l’inquilino avrà avuto la possibilità di guadagnare tempo, magari al fine di accumulare la liquidità necessaria per saldare il versamento o per contrarre il mutuo possibilmente a condizioni migliori di quelle che avrebbe ottenuto all’atto di stipulazione del contratto.

Facciamo un esempio, Tizio stipula con Caio un contratto di affitto con riscatto che prevede la facoltà o l’obbligo dopo 5 anni, per il primo, di acquistare l’immobile a 150.000 euro. Nel frattempo, Tizio verserà a Caio un canone mensile di 600 euro. Calcolando che nei 5 anni saranno versati complessivamente 36000 euro, 600 x 60 mesi, il saldo sarà pari, nel caso di riscatto dell’immobile, a 150.000 – 36.000 = 114.000 euro.

Poniamo che nei cinque anni i tassi applicati dalle banche ai mutui casa siano diminuiti. Tizio avrà l’opportunità di contrarne uno a condizioni più favorevoli di quelle che sarebbero state 5 anni prima. Inoltre, alla banca potrebbe non essere necessario più anticipare niente, dato che il mutuo dovrebbe essere finanziato per un valore più basso del prezzo di compravendita. Nell’esempio sopra citato, avremmo bisogno solamente del 76% del prezzo dell’immobile, il cui valore di mercato potrebbe essere persino lievitato nei 5 anni, per cui la banca si troverebbe a finanziare a condizioni potenzialmente molto meno rischiose, avendo un margine di garanzia abbastanza ampio.

Mancato Riscatto

Vediamo cosa succede se l’inquilino non intende riscattare l’immobile alla scadenza pattuita. A tale proposito vanno distinti due casi. Il primo riguarda la tipologia dell’affitto con opzione di vendita futura. In questo caso, l’inquilino non ha obbligo di acquisto, ma il venditore potrà decidere di trattenere i canoni nel frattempo versatigli, in continuazione del contratto di locazione.

Diverso è il caso del contratto di affitto con riserva di proprietà. Qui sussiste un obbligo di acquisto alla scadenza pattuita, ma se l’inquilino non riscatta l’immobile, il proprietario potrà decidere di tornare in possesso dello stesso, anche se dovrà rimborsare al primo i canoni incassati, conservando il diritto al risarcimento del danno.

Pertanto, si consiglia di scegliere con oculatezza, magari assistiti da un professionista del settore, la tipologia di contratto da stipulare, al fine di evitare di imbattersi in sgradite sorprese alla scadenza del periodo previsto.

Regolamentazione dell’Affitto con Riscatto

L’affitto con riscatto è disciplinato dall’articolo 23 del Decreto Legge n.133/2014.

La norma prevede che i contratti con preliminare d’acquisto siano trascritti nei registri immobiliari. La durata della trascrizione dei contratti di affitto con riscatto coincide con la durata del contratto e può essere al massimo di 10 anni. La stessa legge stabilisce che il contratto di affitto con riscatto viene risolto se l’affittuario non paga regolarmente i canoni di locazione stabiliti. Il contratto deve prevedere il numero massimo di mancati pagamenti o di ritardi nei pagamenti, anche non consecutivi, che fanno scattare la risoluzione del contratto.

Convenienza Affitto con Riscatto

Non è detto che l’affitto con riscatto sia sempre conveniente. Pensiamo ai tassi dei mutui. Se crescessero dal momento in cui stipuliamo il contratto a quello in cui effettuiamo il riscatto dell’immobile, ci troveremmo a dovere contrarre un mutuo a condizioni peggiori di quelle precedenti. Lo stesso dicasi, per esempio, se il valore di mercato dell’immobile dovesse scendere nel frattempo, vuoi per una crisi del mercato o per qualsivoglia dinamica relativa all’area in cui la casa è ubicata. Anche in questo caso dovremmo acquistare a condizioni sfavorevoli di quelle che si presentavano all’atto della contrazione dell’affitto, perché pagheremmo l’immobile a un prezzo più elevato del suo valore attuale.

Se la prima ipotesi è un rischio reale e diffuso, meno probabile appare nel nostro paese quello di un calo dei valori immobiliari negli anni, fatta eccezione per gli anni successivi allo scoppio della crisi finanziaria del 2008, in cui effettivamente si riscontra un forte calo per la crisi attraversata dal settore.

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Subentro Contratto di Locazione – Fac Simile Word e PDF e Guida

Aggiornato il 16 Ottobre 2024 da Roberto Rossi

In questa guida spieghiamo come effettuare il subentro nel contratto di locazione.

Differenze tra Cessione e Subentro

Per iniziare, è necessario capire la differenza tra cessione e subentro in un contratto di locazione, due termini che si riferiscono al cambiamento di una delle parti contrattuali ma con motivazioni e conseguenze giuridiche differenti.

La cessione del contratto di locazione è una decisione volontaria, ossia un trasferimento concordato tra le parti, che richiede il consenso del proprietario e del conduttore. Al contrario, il subentro si verifica per ragioni indipendenti dalla volontà dei contraenti, come nel caso di separazione o trasferimento dell’immobile a un nuovo proprietario. Questa distinzione implica che, mentre la cessione può avvenire solo se prevista dal contratto, il subentro è spesso consentito per ragioni di necessità e può avvenire anche senza una volontà esplicita delle parti originarie. Sia nella cessione che nel subentro, però, i termini e le condizioni del contratto di locazione rimangono invariati e rispettano gli accordi già in essere. In entrambi i casi è importante verificare le clausole contrattuali e adempiere agli obblighi formali, come notifiche ufficiali e aggiornamenti presso le autorità competenti, per garantire che la modifica venga eseguita correttamente.

Di seguito approfondiamo in che modo queste differenze influiscono sulle procedure da seguire e sulle azioni necessarie per gestire correttamente il contratto di locazione.

Come Avviene la Cessione del Contratto di Locazione

La cessione del contratto di locazione può presentare alcuni vantaggi per le parti coinvolte nell’operazione. Chi ha bisogno di trasferirsi e di prendere in affitto un appartamento per un periodo breve, tra le varie soluzioni può prendere in considerazione quella della cessione, in quanto si assicura le garanzie offerte da un regolare contratto di locazione. Anche per chi ha bisogno di lasciare in anticipo un immobile in affitto la cessione nel contratto di locazione può costituire una scelta vantaggiosa. Infatti, con una spesa ridotta può lasciare l’appartamento, senza dovere rispettare le condizioni e i tempi necessari per la disdetta.

Prima di compiere un’operazione del genere, dovrai accertarti che tale facoltà sia contemplata nel contratto medesimo, perché il locatore potrebbe limitare all’atto di stipula tale eventualità o renderla impossibile. Per colui che deve riscuotere mensilmente il canone per l’affitto dell’immobile, non è indifferente che a pagare sia Tizio o Caio, che possono avere un’affidabilità diversa. Inoltre parliamo di mettere a disposizione altrui un immobile, con tutte le conseguenze del caso. Ovviamente, prima ancora di iniziare la trafila delle formalità burocratiche è necessario verificare che nel contratto in cui intendiamo subentrare non siano inserite clausole potenzialmente dannose. Oltre all’inesistenza di un impedimento alla cessione, dovrai porre attenzione a tutte le clausole del contratto, in modo da evitare che il vecchio inquilino non voglia semplicemente sbarazzarsi di un contratto non conveniente per diversi aspetti. Chi subentra, infatti, è tenuto a rispettare esattamente le stesse condizioni firmate dal locatario uscente. Quanto alle tipologie dei contratti di locazione in cui subentrare, ricordiamo che il classico contratto consiste nel 4+4, ovvero in un contratto dalla durata di 4 anni e rinnovabile per altri 4 anni. Il canone è liberamente concordato tra le parti, per cui si dovrà accettare ovviamente quello sottoscritto tra il vecchio inquilino e il locatore. In alternativa esiste il 3+2, ossia un contratto sempre ad uso abitativo, ma il cui canone è concordato a livello territoriale tra le associazioni degli inquilini e quelli dei proprietari di case. La sua durata è prevista in 3 anni e rinnovabile in altri 2 anni.

Risulta essere chiaro che nel momento in cui decidi di subentrare in un contratto di locazione, lo farai per la durata residua, perché il contratto non scatta nuovamente dalla data della cessione, ma semplicemente ti sostituisci al vecchio inquilino. Ciò significa, per esempio, che se il precedente inquilino ha stipulato con il locatore a suo tempo un contratto 4+4 e dalla data della stipula sono trascorsi 3 anni, la durata residua del contratto è di 1 anno, rinnovabile per altri 4 anni.

Vediamo cosa serve per la cessione di un contratto di locazione
-Contratto di locazione stipulato tra locatore e inquilino attuale.
-Carta di identità e codice fiscale dell’attuale inquilino e dell’inquilino che vuole subentrare.
-Modello F24 Elide
-Scrittura privata tra vecchio e nuovo inquilino.
-Tre marche da bollo da 2 euro

Ora è possibile spiegare più nel dettaglio la procedura da seguire.
Come prima cosa, è necessario compilare il modello F24 Elide, che può essere scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate o ritirato presso un ufficio dell’Agenzia.

Per compilarlo ci si può avvalere dell’aiuto di un professionista, ma si tratta comunque di un’operazione semplice.
Nel documento troviamo infatti
-I dati identificativi del nuovo e del vecchio inquilino.
-I dati della registrazione del vecchio contratto, che possono essere ricavati dal timbro apposto sull’ultima pagina del contratto.
-L’indicazione del codice tributo 1502, che è quello relativo al subentro nei contratti di locazione.
-Il pagamento dell’imposta di registro, pari a 67 euro, da effettuare entro 30 giorni dalla data della cessione. Se l’accordo di cessione prevede un corrispettivo, bisognerà pagare il 2% del corrispettivo pattuito, con un minimo di 67 euro.

Il versamento dell’imposta di registro dovrà essere effettuato entro 30 giorni. Una volta effettuato il pagamento, il modello deve essere protocollato da uno sportello dell’Agenzia delle Entrate. Per fare questo è necessario recarsi in un’ufficio dell’Agenzia delle Entrate portare portando una copia del contratto di locazione, una documento di identità e il codice fiscale.
Il funzionario consegnerà allo sportello una ricevuta, di cui l’originale deve essere allegata al contratto, mentre una copia va tenuta e conservata.

Se si vuole procedere telematicamente, in alternativa all’F24 è possibile compilare sul sito dell’Agenzia delle Entrate il modello di richiesta di registrazione online, RLI, scegliendo opzione Codice 3 e inserendo i dati richiesti.
-Pagina 1. Nella sezione II Adempimenti Successivi bisogna inserire il codice 3 e indicare le informazioni relative al contratto richieste.
-Pagina 2. Nel quadro B, nella sezione I bisogna indicare i dati del locatore mentre nella sezione II bisogna indicare i dati di chi cede il contratto e di chi subentra;
-Pagina 3. Nel quadro C bisogna inserire i dati catastali dell’immobile mentre nel quadro D indicare le scelte dei locatori circa l’applicazione della tassazione con cedolare secca.
L’RLI può essere inviato telematicamente o, in alternativa, stampato e consegnato per posta o a mano presso lo sportello dell’Ufficio territoriale preposto, insieme alla ricevuta di versamento dell’imposta e alla marca da bollo.

Con questa operazione il nuovo inquilino è subentrato al vecchio affittuario, ma le formalità burocratiche non sono finite. Adesso, bisogna redigere una scrittura privata in carta semplice tra il nuovo inquilino e il locatario, in cui si dovrà evincere la cessione del contratto di locazione. Vanno redatte due copie, ciascuna delle quali va sottoscritta da entrambe le parti, datata e dovrà vedere apposta una marca da bollo di 2 euro.

Come Avviene il Subentro del Contratto di Locazione

Il subentro in un contratto di locazione, come anticipato, è una forma di cessione del contratto che avviene per cause non volontarie da parte delle parti, obbligando a modificare i soggetti contrattuali. Quando non sono presenti clausole contrarie, il subentro si attiva automaticamente in caso di eventi di forza maggiore come la separazione o il divorzio tra inquilini. Il subentro, al contrario, è spesso gestito come una procedura automatica proprio per le ragioni che lo determinano, spesso imprevedibili e non controllabili dalle parti. Però, in alcuni casi, il proprietario potrebbe avere la possibilità, tramite accordi o clausole contrattuali preesistenti, di decidere di non accettare il subentro e di recedere dal contratto.

Ogni variazione di un contratto di locazione richiede generalmente una procedura specifica e l’assunzione di eventuali costi. Per effettuare il subentro nel contratto d’affitto, qualunque sia la motivazione che ne giustifica il cambio di soggetto, è innanzitutto necessario notificare la variazione al proprietario o all’inquilino dell’immobile, per fare in m odo che ne prenda atto. Questa comunicazione può essere effettuata tramite raccomandata o posta elettronica certificata. In seguito, sarà necessario informare anche l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla modifica. Se la variazione riguarda un subentro, non è obbligatorio versare l’intera imposta di registro, si paga solo il corrispettivo del subentro, che ammonta al minimo stabilito dalla legge, ossia 67,00 euro.

Chiarite le modalità per il subentro in un contratto d’affitto, è utile conoscere il funzionamento del portale RLI web e del modello F24 Elide, strumenti che consentono di comunicare direttamente le variazioni all’Agenzia delle Entrate e di versare eventuali imposte. Non è più necessario recarsi fisicamente negli uffici dell’Agenzia, tramite il portale RLI web, è possibile compilare online il modulo per la comunicazione del subentro, inviarlo in via telematica e registrare così il cambiamento. Con lo stesso modulo è anche possibile registrare nuovi contratti e aggiornare tutti i dati relativi, come nel caso del subentro nel contratto di locazione. La comunicazione del subentro, insieme al pagamento dell’imposta di registro, va eseguita entro 30 giorni dall’avvenuto cambio. L’imposta richiesta, pari a 67,00 euro, rappresenta il minimo stabilito dalla normativa. Il pagamento può essere effettuato tramite addebito in conto corrente direttamente dal portale RLI.

Però, l’F24 Elide è spesso utilizzato per il versamento delle imposte sui contratti di locazione. Questo modello richiede una compilazione precisa, con l’inserimento del codice tributo appropriato, che nel caso del subentro è il 1502. Se il pagamento dell’imposta di registro viene effettuato in ritardo, si applicano sanzioni proporzionali al periodo trascorso (dallo 0,1% fino al 5%), secondo il cosiddetto ravvedimento operoso, che richiede anch’esso l’indicazione di uno specifico codice tributo sul modello F24 Elide.

Fac Simile Cessione e Subentro nel Contratto di Locazione Word

Il modello subentro contratto di locazione Word può essere scaricato e modificato in modo da essere adattato alle proprie esigenze.

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Subentro Contratto di Locazione Word
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Fac Simile Cessione e Subentro Contratto di Locazione PDF Editabile

Il modulo subentro contratto di locazione PDF editabile può essere compilato inserendo i dati mancanti.

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subentro contratto di locazione PDF
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Garante del Contratto di Locazione – Come Funziona

Aggiornato il 16 Ottobre 2024 da Roberto Rossi

In questa guida spieghiamo quale risulta essere il ruolo del garante nel contratto di locazione.

Il contratto di locazione si ha tra un soggetto chiamato locatore e uno chiamato conduttore. Il primo è il proprietario e il secondo è colui che intende prendere possesso dell’immobile. Nel gergo comune, si ha un proprietario che affitta un immobile a un inquilino. Sappiamo però che sul piano normativo, l’affitto fa riferimento ad altre fattispecie.

Siglando questo contratto, il conduttore o inquilino si impegna a versare mensilmente al locatore o proprietario un determinato canone di locazione. Trattandosi di contratti dalla durata pluriennale, tipico è quello di 4+4 anni, inerente il contratto di locazione di un immobile a scopo abitativo, la preoccupazione principale del locatore è sempre quella di non essere in grado di riscuotere i canoni periodici, per esempio, perché l’inquilino potrebbe perdere il lavoro o perché possiede un’occupazione saltuaria. Sappiamo quante volte, infatti, in Italia molti proprietari preferiscano persino lasciare l’immobile vuoto e infruttifero per evitare il rischio di trovarsi davanti a un inquilino moroso, a causa anche di norme tipicamente favorevoli a questo.

Per questo può intervenire la figura di un garante, ovvero di colui che obbligandosi personalmente verso il creditore, garantisce l’adempimento dell’obbligazione. Nel nostro caso, il garante, detto anche fideiussore, si impegna a garantire il pagamento dei canoni mensili in favore del locatore, nel caso in cui non vengano adempiuti dal debitore originario e principale, che resta l’inquilino. Un caso tipico di fideiussione per i contratti di locazione si ha quando uno studente ha la necessità di prendere casa nei pressi della facoltà universitaria in cui studia. Quasi sempre si tratta di un soggetto sprovvisto di reddito proprio, per cui formalmente non avrebbe alcuna possibilità di pagarsi da solo il canone. In genere, chiede quindi la garanzia a uno dei genitori dello studente, che è nella sostanza colui che direttamente o tramite lo studente sborsa mensilmente la somma dovuta.

Dunque, vediamo come funziona la garanzia. Tizio stipula con Caio un contratto di locazione con garante e Sempronio garantisce per i pagamenti di Tizio verso Caio. Ipotizziamo che Tizio non paghi uno o più canoni mensili, avendo perso il lavoro. A questo punto, Caio sollecitatolo inutilmente, si rivolge a Sempronio, che sarà tenuto a pagare per suo conto. Così facendo, il locatore ha un’alta probabilità di venire soddisfatto integralmente dell’obbligazione. Infatti, egli ha davanti non una, ma due controparti formalmente debitrici nei suoi confronti. Se quella principale non risulta adempiente, si chiede l’adempimento alla seconda, ovvero a quella garante. Va detto che la garanzia potrebbe essere concessa sia per un periodo che per l’intera durata del contratto. Per esempio, un genitore potrebbe agevolare un figlio lavoratore fuori sede, garantendo per il pagamento dei canoni per i primi mesi, in modo da consentirgli di consolidare la propria posizione finanziaria, ma lasciando che successivamente sia egli stesso a provvedere senza alcuna copertura formale.

La funzione della garanzia per un contratto di locazione appare importante per ampliare l’offerta di immobili, specie nelle zone ad alta intensità abitativa, dove la domanda è solitamente più elevata e non si trovano tutte le case disponibili per i potenziali inquilini. La garanzia avvicina domanda e offerta, riducendo i dubbi dei proprietari, i quali hanno una maggiore tutela in caso di inadempienza dell’inquilino. Facciamo presente, però, che la garanzia non sostituisce la necessità per l’inquilino di pagare una somma di denaro, la cauzione, all’atto della stipulazione del contratto, a titolo precauzionale per i casi di danni da lui provocati nel corso del contratto. Inoltre, per fare in modo che la garanzia sia valida, è necessario che essa venga inserita nel contratto, indicando i dati del garante, compresi il suo codice fiscale e l’identificazione del suo documento di riconoscimento. Chiaramente è obbligatoria la sua firma, altrimenti non si avrebbe mai formalmente la certezza che la garanzia personale offerta sia veritiera.

Esiste una peculiarità fiscale in materia. Sappiamo che i contratti di locazione tra persone fisiche, stipulati dal proprietario avvalendosi del regime della cedolare secca, non prevedono il pagamento dell’imposta di registro  e di quella di bollo. Nel caso, però, in cui fosse presente la garanzia personale, si è tenuti a versare al Fisco l’imposta di registro, fissata nello 0,50% di un anno di canoni di locazione e in non meno di 200 euro. Nel caso, invece, che il terzo si limiti a versare in favore del conduttore dell’immobile il deposito cauzionale, l’imposta di registro dello 0,50% viene commisurata proprio all’entità del deposito stesso. Dunque, l’unica differenza sul piano fiscale è quella relativa al balzello previsto sulla garanzia prestata, che altrimenti non sarebbe dovuta con la cedolare secca.

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